venerdì 9 novembre 2007

Ricordiamo, sempre.

Milano, 6 novembre 2007
Muore una delle più importanti figure d'Italia.

Ovunque (purtroppo), 7 novembre 2007
Silvio Berlusconi, tra una serata al Bagaglino e una spallata fallita al governo, ha trovato il tempo e soprattutto la faccia tosta di ricordare Enzo Biagi. Con queste testuali parole: «Al di là delle vicende che ci hanno qualche volta diviso, rendo omaggio ad uno dei protagonisti del giornalismo italiano cui sono stato per lungo tempo legato da un rapporto di cordialità che nasceva dalla stima».

Le vicende che li hanno qualche volta divisi si chiamano diktat bulgaro del 18 aprile 2002, quando l'allora presidente del Consiglio ordinò la cacciata dalla Rai di Biagi, Santoro e Luttazzi per "uso criminoso della televisione", trovando subito uno stuolo di servi furbi, da Agostino Saccà a Fabrizio Del Noce, pronti a obbedirgli.

Morire a 87 anni può capitare. Rovinare gli ultimi anni di vita a un grande giornalista è un crimine. Mentre salutiamo il grande Enzo, ci auguriamo che, diversamente da Montanelli, abbia trovato il tempo di stilare l'elenco delle facce che non voleva vedere al suo funerale. Ieri il Tg1 ha spiegato agli italiani che Biagi, in seguito "ad alcune divergenze" con la Rai, aveva "deciso" di abbandonarla. Speravo di aver capito male, ma purtroppo avevo udito bene. E' la vulgata post mortem, che deve mettere d'accordo tutti, a proposito di uno dei più violenti casi di censura mai visti in una democrazia occidentale
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1 commento:

Fausto ha detto...

il romano concorda con quanto scritto....
berlusconi ha dichiarato: non ho mai detto che enzo biagi nn dovesse lavorare in tv!

ci vuole davvero la faccia come il c....
saluti a tutti